Vicoli e palazzi

Dettagli della notizia

Vicoli e palazzi

Data:

04 agosto 2023

Tempo di lettura:

15 min

Scadenza:

Argomenti

Un'immagine generica segnaposto con angoli arrotondati in una figura.

Descrizione

Vicoli e palazzi

Testo completo

title

Partendo da piazza della Repubblica, imbocchiamo via Giuseppe Tozzoli. Dopo aver costeggiato l’alto muraglione di sostegno del monastero, troviamo Palazzo Tozzoli, con il suo bel portale in pietra, dove nel marzo 1875 l’allora padrone di casa Giuseppe Tozzoli (a cui è intitolata la strada che stiamo percorrendo) ospitò Francesco De Sanctis qui fermatosi nel suo famoso viaggio elettorale in una fredda e nebbiosa giornata.

Palazzo-Tozzoli
Proseguendo, si susseguono numerose abitazioni dalla tipica architettura con scalinata esterna e piccolo ballatoio d’ingresso.

Svoltando a sinistra, e salendo una ripida e piccola scalinata, dopo esserci soffermati ad interrogarci sul significato della curiosa iscrizione “Fontana, foresta, formica sono il trionfo della religione” che scorre lungo l’architrave di un portone della casa che fu della famiglia Cubelli, datato 1879, giriamo a destra per visitare l’incantevole vicolo dei Casaleni.

Dopo alcune decine di metri svoltiamo a sinistra, e salendo una ripida scalinata imbocchiamo Via Casaleni al cui inizio troviamo un arco largo quanto tutto il vicolo.

Via-Casaleni
Secondo lo storico Vito Acocella, in seguito all’abbandono del feudo di Castiglione verso la metà del ‘300 durante l’occupazione ungherese, in questa parte del paese si venne formando un vero e proprio casale, i cui abitanti furono denominati appunto “Casaleni”.

Continuando la nostra passeggiata ci troviamo di nuovo in Via Tozzoli.

Arriviamo così davanti all’antica filanda dalla caratteristica scalinata settecentesca in pietra con una bellissima voluta intagliata.

Scalinata-settecentesca
Proseguendo per
via S. Antuono, sulla destra, possiamo ammirare la suggestiva loggia, formata da ben dieci arcate, e il maestoso portale in pietra del Palazzo Berrilli di sotto.

I fratelli Giovanni (arciprete), Canio e Francesco Berrilli lo acquistarono nel 1749 dalla congregazione del S.S. Redentore, fondata nella Chiesa di Materdomini in Caposele, a cui era stato donato dal Padre Redentorista Francesco Maria Margotta di Calitri.

All’ordine Redentoristi (fondato nel 1726 da S.Alfonso Maria dè Liguori) apparteneva anche S.Gerardo Maiella, che vi era entrato nel 1748; egli accompagnava spesso Padre Margotta nelle sue visite a Calitri.